Gli omega-3 sono una delle sostanze più studiate in questi ultimi anni per gli effetti che hanno sul nostro organismo. Allo stesso modo, sono studiati e consigliati quegli alimenti che sono fonte di omega-3, come il pesce azzurro o le noci. Tra questi alimenti un posto di rilievo spetta ai semi di lino.
Il lino (Linum usitatissimum) è stata la prima fibra tessile utilizzata dall’uomo nell’antichità. Fino al primo dopoguerra era una coltura comune nelle nostre campagne dove era usato per la tessitura casalinga. I semi forniscono un olio utilizzato sia in cucina che in casa (ad esempio, per la cura dei mobili o come fissativo per le pitture). I semi di lino sono ricchissimi di acidi grassi polinsaturi omega-3. ln particolare, sono l’alimento che contiene più acido linolenico (17,1 gr per 100 gr): al confronto, le noci ne contengono solo 6,2 gr.
Come altri semi, ad esempio quelli di sesamo, girasole o zucca, sono ricchi anche di lignani, polifenoli del gruppo dei fitoestrogeni. Gli omega-3 esercitano una potente azione antinfiammatoria e riducono in modo significativo il rischio cardiovascolare (ictus, in farto ecc.); sono importanti anche nella prevenzione dei tumori. Come è noto, devono essere assunti con la dieta perché non sono sintetizzati dal nostro organismo; esistono anche degli integratori, ma molti medici sostengono che l’assunzione quotidiana attraverso gli alimenti è un’abitudine più sana ed efficace. Grazie proprio agli omega-3 e ai lignani, i semi di lino mostrano un’importante attività antitumorale. Sono stati studiati i loro effetti positivi in relazione al cancro del colon, del seno, della prostata e delle ovaie. Aiutano anche a tenere sotto controllo il colesterolo, in particolare riducendo i livelli del colesterolo LDL.
Una singolare applicazione dei semi riguarda anche l’allevamento. Si è osservato, infatti, che aggiungendone alla dieta delle pecore una porzione sostanziosa (circa il 30%), è possibile avere nel latte e quindi nei formaggi derivati, come il pecorino, un aumento fino a cinque volte del contenuto di acido linoleico coniugato che agisce riducendo il colesterolo. Si tratta di una sperimentazione italiana che potrebbe portare alla produzione in modo naturale di formaggi in grado di agire positivamente sul colesterolo. I semi di lino contengono buone quantità di fibre idrosolubili e aiutano quindi a regolare l’attività intestinale. A questo scopo, la sera mettete a mollo in una tazza d’acqua un cucchiaio di semi di lino e poi al mattino bevete la massa gelatinosa che si è formata; si possono consumare a colazione nei cereali o nello yogurt, aggiunti a un frullato, nelle minestre o anche nelle insalate. Si consiglia di comprarli in erboristeria, possibilmente da agricoltura biologica, facendo attenzione alla data di scadenza. I semi vanno conservati in frigorifero e adoperati di volta in volta.