Il finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta che ci aiuta a stare bene grazie alle sue bianche guaine fogliari, che formano il grumolo, da consumare crude o cotte, e ai suoi semi, che non dovrebbero mancare mai in una farmacia casalinga. È una pianta che cresce anche in maniera spontanea e fa parte della famiglia delle Umbelliferae o Apiaceae; è parente quindi di altre piante usate in cucina e in erboristeria, come il sedano, il coriandolo e il cumino.
È un alimento ricco di acqua (93,2%) e di fibra alimentare, con uno scarso apporto calorico (solo 9 kcal per 100 gr). E quindi indicato nelle diete e, in genere, aiuta a tenere sotto controllo le calorie. Quello fresco è una fonte non trascurabile di potassio e fosforo e anche di acido folico e vitamina C. Aiuta la digestione, elimina i gas intestinali e ha proprietà antispastiche. Ha anche la capacità di decongestionare il fegato, per cui è utile nelle cefalee digestive. Il finocchio contiene anche luteolina, un flavonoide con azione antiossidante presente anche nel sedano, nelle carote e in alcune piante aromatiche.
I semi, usati sia in cucina che in erboristeria, sono un vero concentrato di minerali: ferro (12,3 mcg), calcio (1200 mcg), potassio (1660 mcg) e fosforo (510 mcg). Contengono inoltre una buona quantità di niacina o vitamina B3 (10,3 mcg).
In passato il finocchio, in particolare l’infuso di semi, era consigliato alle mamme durante l’allattamento. Studi più recenti invitano alla cautela, per la presenza nelle tisane di estragolo, una sostanza potenzialmente cancerogena. Le dosi normalmente consumate non sono pericolose, ma è bene comunque consultare il proprio medico curante.
I semi di finocchio sono un ottimo digestivo, facilitano l’assimilazione dei grassi (non a caso sono spesso un ingrediente nelle ricette a base di carne di maiale) e combattono le fermentazioni intestinali. Contengono oli essenziali e acidi idrossicinnamici, come il clorogenico e il caffeico. Succhiare o masticare due o tre semi è un buon aperitivo prima dei pasti e aiuta a rinfrescare l’alito. E sempre consigliabile comprare finocchi freschi, con le barbe verdi, se presenti, ben rigogliose.
Per avere i massimi benefici da questo ortaggio, è meglio acquistarlo da coltivazione biologica o almeno integrata, cioè con ridotto impiego di pesticidi. I finocchi si conservano in frigorifero o in un luogo fresco, ma è sempre bene consumarli entro breve tempo per godere appieno delle loro qualità.
Crudo o cotto, il finocchio offre innumerevoli possibilità per essere presentato sulle nostre tavole. Ovviamente, nel caso dei finocchi cotti, è bene tenere conto della ricetta: i finocchi gratinati al forno, per esempio, saranno sicuramente meno salutari se letteralmente sommersi di panna, burro e formaggio. Aggiunto nelle insalate miste, ha anche il pregio di obbligarci a una masticazione prolungata, un elemento essenziale sia per digerire meglio ma anche per saziare la nostra fame. Una masticazione prolungata, infatti, appaga il desiderio di cibo e comunica al cervello una sensazione di sazietà. Grazie alle sue proprietà digestive, un’insalata di finocchi è un buon contorno da associare a un piatto di carne, ad esempio di maiale.
Una curiosità: il vino si accompagna male ai piatti a base di finocchio, a causa dell’intenso aroma dell’ortaggio. L’espressione “farsi infinocchiare” ha origine proprio dal trucco usato da osti e cantinieri di offrire del finocchio a chi veniva ad assaggiare il vino, per mascherare così eventuali difetti.