Comportamento Alimentare

fame nervosa
FAME BIOLOGICA e FAME EMOTIVA

Ci sono persone che colte da una delusione si buttano sul cibo, altre che decidono di digiunare. Il nostro stato d’animo influenza il nostro comportamento alimentare: per una delusione amorosa o per un ambiente di lavoro che ci crea tensione, alcuni di noi sono portati a mangiare di più, altri di meno, ma difficilmente mangeremo come d’abitudine. I responsabili di questi cambiamenti nel rapporto con il cibo sono i circuiti di neuroni deputati al controllo del comportamento alimentare, non dobbiamo perciò allarmarci di comportamenti transitori dei quali riconosciamo la causa. Poi il nostro bagaglio di geni non ci aiuta: in una condizione di allarme del nostro organismo (per esempio in caso di stress o delusione) il messaggio al nostro corpo può essere di segno opposto : <<non mangiare perché non è il momento per farlo >>. E’ proprio vero che una persona sotto stress può accumulare qualche chilo in più o dimagrire rapidamente.

Nel nostro cervello, l’ipotalamo possiede i due centri che regolano il comportamento alimentare istintivo: il centro della fame e il centro della sazietà. Dal loro funzionamento combinato dipende la parte istintiva del comportamento alimentare. I due centri si inibiscono reciprocamente, in modo tale che non sentiremo mai la sensazione di aver fame o di essere sazi nello stesso momento.  Tuttavia, l’ipotalamo non è indipendente nel suo funzionamento, ma è connesso al sistema limbico, la parte del sistema nervoso centrale responsabile delle emozioni. E’ qui che si trovano il centro della gratificazione e il centro della frustrazione. Ecco dunque un comportamento istintivo << ho fame e mangio >> oppure << sono sazio e non mangio >> si arricchisce di una componente emozionale, affettiva, assolutamente personale e frutto dell’esperienza di ciascuno di noi.  Il cibo non è più solo nutrimento, ma anche piacere, gratificazione.  Il legame tra necessità e piacere è molto stretto, visto che il godimento che ricaviamo dal cibo è proporzionale alla sua densità calorica, che ci fa cadere in tentazione.

Per alimentarci in modo corretto, dobbiamo imparare a distinguere la fame biologica  dalla fame emotiva, ovvero la fame del desiderio, della noia o del puro piacere. Se imparassimo a riconoscere i segnali del nostro corpo ciò non sarebbe così difficile. E’ stato dimostrato che esiste una cosidetta fame specifica, che risponde alle reali esigenze nutrizionali dell’individuo. Così, ad esempio, se abbiamo bisogno di sali minerali, cercheremo gli alimenti che li contengono, mentre siamo portati ad allontanarci spontaneamente da quegli alimenti che creano problemi. Un esempio per tutti è quello che accade in gravidanza. Già durante le prime settimane della gestazione le donne avvertono cambiamenti sia nel gusto che nell’olfatto. E’ il caso, per esempio, di chi fuma e non riesce più a tollerare l’odore della sigaretta o di chi si fa prendere dalla voglia e cerca le famose fragole anche d’inverno. Persone malinconiche e depresse tendono a fare abuso di dolci: in questo caso il corpo cerca il triptofano, un amminoacido presente, per esempio, nella cioccolata, che stimola la sintesi della serotonina, il neurotrasmettitore del buon umore, della felicità. In questo caso, seguire questo desiderio è uno sbaglio: l’ apporto calorico aumentato degli zuccheri influirà negativamente sul peso corporeo, favorendo lo sviluppo del diabete e di patologie a carico del sistema endocrino.

Si può comunque assumere triptofano per migliorare l’umore, preferendo ai dolci cibi meno calorici, quali ortaggi, frutta, verdura e pesce. Tra gli ortaggi contengono triptofano: indivia, asparagi, patate, spinaci, biete, cavolfiori, lattughe, pomodori, peperoni, radicchio, melenzane. Tra i frutti: ananas, arachidi, banana, kiwi, prugne, noci, e tutti gli agrumi.

Ma come fare quando ci viene una voglia improvvisa, non motivata, compulsiva, irrefrenabile di un alimento che magari non è così salutistico? Alcuni studiosi americani hanno compiuto uno studio nel quale sono riusciti a dimostrare che pensare intensamente ad un cibo ci porta a consumare meno (Young 2010). Sembra che funzioni: almeno con i formaggi e le caramelle! Altrimenti rileggiamo ogni volta questo articolo e appendiamo  al frigorifero l’elenco dei frutti e verdure al triptofano che ci aiutano a vincere la fame emotiva.